"Com'è vero che Dio è nostro Padre, così è vero che Dio è nostra Madre
GIOVANNI PAOLO I ANGELUS DOMINI Domenica 10 settembre 1978
Anche noi che siamo qui, abbiamo gli stessi sentimenti; noi siamo oggetti da parte di Dio di un amore intramontabile. Sappiamo: ha sempre
gli occhi aperti su di noi, anche quando sembra ci sia notte. E' papà; più ancora è madre
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO I AL CLERO ROMANO Giovedì 7 settembre 1978
http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_i/speeches/documents/hf_jp-i_spe_07091978_roman-clergy_it.html
La « grande » disciplina richiede un clima adatto. E, prima di tutto, il raccoglimento. Mi è toccato, una volta, di vedere alla stazione di Milano
un facchino, che, appoggiata la testa ad un sacco di carbone addossato a un pilastro, dormiva beatamente... I treni partivano fischiando e
arrivavano cigolando con le ruote; gli altoparlanti davano continui avvisi frastornanti; la gente andava e veniva con brusio e rumore, ma lui -
continuando a dormire - pareva dicesse: « Fate quel che vi pare, ma io ho bisogno di star quieto ». Qualcosa di simile dovremmo fare noi
sacerdoti: attorno a noi c'è continuo movimento e parlare di persone, di giornali, di radio e televisione. Con misura e disciplina sacerdotale
dobbiamo dire: « Oltre certi limiti, per me, che sono sacerdote del Signore, voi non esistete; io devo prendermi un po' di silenzio per la mia
anima; mi stacco da voi per unirmi al mio Dio ».
Figlia di Dio
Dopo alcuni mesi di catecumenato Bakhita ricevette i Sacramenti dell'Iniziazione cristiana e quindi il nome nuovo di Giuseppina. Era il 9
gennaio 1890. Quel giorno non sapeva come esprimere la sua gioia. I suoi occhi grandi ed espressivi sfavillavano, rivelando un'intensa
commozione. In seguito la si vide spesso baciare il fonte battesimale e dire: «Qui sono diventata figlia di Dio!».
http://www.vatican.va/spirit/documents/spirit_20010807_giuliana-norwich_it.html
Dio è nostra Madre
"È una caratteristica di Dio far vincere il bene sul male.
Quindi Gesù Cristo, che oppose vinse anch’Egli con il bene sul male, è la nostra vera Madre: noi riceviamo il nostro "Essere" da Lui – e qui ha
inizio la Sua Maternità – e con esso la dolce Protezione e Custodia dell’Amore che non cesserà mai di attorniarci.
Com’è vero che Dio è nostro Padre, così è vero che Dio è nostra Madre.
E questa verità Egli mi mostrò in ogni cosa, ma specialmente in quelle dolci parole in cui dice: «Io lo sono».
Vale a dire, io sono la Potenza e la Bontà del Padre; io sono la Saggezza della Madre; io sono la Luce e la Grazia che è amore beato; io sono la
Trinità; io sono l’Unità; io sono la sovrana Bontà di ogni genere di cosa; io sono Colui che ti fa amare, io sono Colui che ti fa desiderare, io
sono l’appagamento infinito di tutti i veri desideri. (…)
II nostro altissimo Padre, Dio onnipotente, che è l’Essere, ci conosce e ci ama da sempre: in tale conoscenza, per la Sua meravigliosa e
profonda carità e per il consenso unanime di tutta la beata Trinità, Egli volle che la Seconda Persona divenisse nostra Madre, nostro Fratello,
nostro Salvatore.
È dunque logico che Dio, essendo Padre nostro, sia pure nostra Madre. Il Padre nostro vuole, la nostra Madre opera e il nostro buon Signore,
lo Spirito Santo, conferma; quindi a noi conviene amare il nostro Dio, in cui abbiamo L’Essere, ringraziarlo reverentemente e lodarlo per
averci creati, e pregare ardentemente la Madre nostra per ottenere misericordia e pietà, e pregare nostro Signore, lo Spirito Santo, per
ottenere aiuto e grazia.
E vidi con completa certezza che Dio, prima di crearci, ci ha amato, e il Suo amore non è mai venuto meno, né mai lo sarà. In questo amore
Egli ha fatto tutte le Sue opere, e in questo amore Egli fa volgere tutte le cose a nostro giovamento; e in questo amore la nostra vita è eterna.
Nella creazione abbiamo avuto un inizio, ma l’amore con cui Egli ci ha creati era in Lui da sempre: e in questo amore noi abbiamo il nostro
inizio.
E tutto ciò noi lo vedremo in Dio, eternamente."
Dalle “Rivelazioni dell’amore divino” di santa Giuliana di Norwich (1342-1416), (LIX, LXXXVI).